La Guida SEO per principianti completa all’ottimizzazione dei motori di ricerca

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Questo articolo sarà la tua guida all’ottimizzazione dei motori di ricerca (SEO), una strategia di web marketing obbligatoria se vuoi che il tuo sito web o il tuo blog venga ricercato attraverso i motori di ricerca come Google. L’obiettivo di questa guida SEO per principianti è avere una forte comprensione di tutto ciò che è l’ottimizzazione dei motori di ricerca è, perché è preziosa e importante ottenere grandi risultati in un ambiente SEO, sempre in continua evoluzione.
In questa guida SEO per principianti, imparerai:

1. Che cos’è il SEO e perché è importante?
2. Migliori pratiche di ricerca per parole chiave e targeting per parole chiave
3. Best practice per l’ottimizzazione on-page
4. Link Building
5. Problemi tecnici e best practice SEO comuni
6. Come monitorare e misurare i risultati SEO
7. Ulteriori considerazioni SEO (best practice SEO mobili, internazionali e locali)

1. Che cos’è il SEO e perché è importante?

Sicuramente ne hai sentito parlare e, se non l’hai già fatto, ti lascio il link della sua definizione sul termine https://support.google.com/webmasters/answer/35291?hl=it e, per capire che La SEO è “il processo che influisce sulla visibilità di un sito Web o di una pagina Web in un motore di ricerca nei risultati non a pagamento” soprattutto non ti aiuta a rispondere a domande importanti per la tua attività e il tuo sito Web, come ad esempio:
• In che modo “ottimizzi” il tuo sito o per quello della tua azienda per i motori di ricerca?
• Come fai a sapere quanto tempo dedicare alla SEO?
• Come è possibile differenziare i consigli SEO “buoni” da quelli SEO “cattivi” o dannosi?
Ciò che è probabilmente è interessante per te, come imprenditore o dipendente di una web agency è come puoi effettivamente sfruttare la SEO per arrivare a raggiungere traffico, lead, vendite e, in ultima analisi, entrate e profitti più rilevanti.
Questo è ciò che troverai in questo articolo e sul quale ci concentreremo in questa guida.

Perché dovresti preoccuparti della SEO?

A questo link https://www.internetlivestats.com/google-search-statistics/ puoi capire quante persone in questo preciso instante momento stanno effettuando delle ricerche sul motore di ricerca Google. Milioni di persone sono alla ricerca in qualsiasi modo su prodotti/servizi o direttamente correlati ai tuoi servizi della tua attività. Oltre a ciò devi anche sapere che i tuoi potenziali clienti sono alla ricerca anche di informazioni legate alla tua attività e questi rappresentano una grande opportunità di business perché potresti aiutarli, rispondendo alle loro domande e risolvere il loro problema diventando così una risorsa affidabile.
Ma pare che al momento tutto questo per te è ancora impossibile da raggiungere perché non sei visibile sul motore di ricerca con il tuo sito internet oppure perché non hai ancora sito internet.

Come funziona il motore di ricerca?

Anche se Google, detiene oltre l’80% del traffico web, devi sapere che al mondo esistono altri motori di ricerca meno usati https://www.reliablesoft.net/top-10-search-engines-in-the-world/ e indipendentemente dal motore di ricerca che viene utilizzato, puoi comunque ottenere “visibilità” anche sugli altri motori di ricerca. Non tutti funzionano allo stesso modo e alcuni sono motori di ricerca esteri; Yandex per il mercato russo e Baidu per il mercato asiatico.
La tua domanda sarà sicuramente:
si ma in che modo Google determina i risultati di ricerca quando un utente effettua una ricerca?

La risposta è: non lo so! 🙂

L’algoritmo di ricerca di Google, è estremamente difficile da capire come funziona, ci sono diversi fattori che incidono sulla visibilità di un sito o di una singola pagina web nei risultati organici.
Ma in parte ciò che viene rilasciato dagli ingegneri di Google è che, il motore di ricerca orami da più di 10 anni è alla continua ricerca di pagine che contengono informazioni pertinenti e di alta qualità quando un utente effettua la ricerca. Per ogni ricerca che un utente effettua, l’algoritmo scansiona milioni di pagine web, fino a quando il contenuto di determinati siti è pertinente alla ricerca che l’utente sta effettuando in quel momento sulla base di milioni di siti scansionati dal motore di ricerca. La qualità del contenuto, viene determinata in vari modi. E tra questi spicca il numero di fonti esterne (risorse), che linka il tuo sito e/o che rimandando alla tua pagina web (risorsa).
Ma non è tutto, vi sono tanti altri elementi che vengono valutati dall’algoritmo di Google per determinare il posizionamento di un sito web.
Come ad esempio:

  • In che modo le persone interagiscono con il tuo sito, trovano le informazioni di cui hanno bisogno e rimangono sul tuo sito o ritornano alla pagina di ricerca e fanno clic su un altro sito? Oppure ignorano completamente il tuo snipet nei risultati di ricerca e non fanno mai clic?
  • La velocità, il tempo di caricamento delle tue pagine è compatibile anche con i dispositivi mobili?
  • Quanti contenuti unici hai rispetto a contenuti di basso valore e/o contenuti duplicati?

Sono tanti i fattori che determinano il posizionamento sui motori di ricerca e il suo l’algoritmo è aggiornato costantemente e, il processo di posizionamento è sempre una variabile costante.
Se vuoi approfondire l’argomento ecco il link https://www.google.com/search/howsearchworks/
Ora, torniamo alla guida SEO! Entriamo nelle attuali tecniche e strategie SEO che ti aiuteranno a ottenere visibilità per ottenere traffico dai motori di ricerca.

2. Best practice per la ricerca e il targeting per parola chiave

Il primo passo che determina l’ottimizzazione e il posizionamento sui motori di ricerca è identificare le parole chiave che gli utenti usano per trovare il tuo sito web su Google.
Sembra un’operazione abbastanza semplice, ma fidati non lo è.
Se la tua azienda vende “computer” e vuoi che il tuo sito venga visualizzato quando effettuano questo tipo di ricerca, sappi che sei già al primo errore.
Per maggiori dettagli ho scritto una guida su come trovare parole chiave SEO.
Per prima cosa devi capire chi sono i tuoi potenziali clienti, cosa e come cercano.
Questo è ottimo non solo per la SEO, ma anche per la tua attività.

  • A quali tipi di prodotti sono interessati?
  • Che tipologia di problemi hanno?
  • Che tipo di linguaggio usano per descrivere e cosa fanno?
  • Acquistano anche su altri siti?

Una volta che hai risposto a queste domande, avrai una lista iniziale di possibili parole chiave e domini (se ancora non hai un sito), che ti potranno aiutare ad ottenere ulteriori idee per la ricerca di parole chiave e capire quali metriche hanno sul volume di ricerca.
Ci sono diversi strumenti online gratuiti che ti possono aiutare a cercare le parole chiave e sono: https://neilpatel.com/it/ubersuggest/ o https://ads.google.com/intl/it_it/home/tools/keyword-planner/ sono quelli gratuiti che puoi usare. Se vuoi andare su qualcosa un po’ più serio ci sono strumenti come SemRush, Ahref e SEOzoom che possono aiutarti a trovare parole chiave a basso volume di ricerca con traffico qualificato.

Prima di effettuare la ricerca però, devi prendere in considerazione alcuni fattori. E sono:

  • Volume di ricerca: il primo fattore da considerare è il numero di persone (se presenti) che stanno effettivamente cercando una determinata parola chiave. Più persone ci sono alla ricerca di una parola chiave, maggiore sarà il pubblico che raggiungerai. Al contrario, se nessuno è alla ricerca di una parola chiave, non è disponibile alcun pubblico per trovare i contenuti tramite quella ricerca, ma se è una parola chiave comunque segnalata dalla strumento, prendila in considerazione perché nel tempo potrebbe portare un piccolo volume di traffico.
  • Rilevanza: Se una determinata parola chiave viene frequentemente ricercata è fantastico: ma cosa succede se non è completamente pertinente per i tuoi potenziali clienti? Come dicevo prima se vendi computer da gioco, non vuoi presentarti per ricerche che non hanno nulla a che fare con la tua attività, come “articoli per animali domestici”. Ma per termini come “computer gaming desktop”. Quindi, effettua la ricerca delle parole chiave pertinenti al tuo settore e alla pagina che vuoi ottimizzare.
  • Concorrenza: Come per qualsiasi opportunità commerciale, nella SEO si desidera considerare i costi potenziali e la probabilità di successo. Per un SEO, questo significa comprendere la concorrenza relativa e le reali probabilità di successo per potersi posizionare per termini specifici.

Se hai già un sito internet e ricevi già un po’ di traffico, tramite Google Analytics puoi risalire alle pagine che ricevono traffico e al tipo di parola chiave che l’utente ha effettuato per visualizzare il tuo sito. Ma sfortunatamente però, Google da qualche anno ha smesso di dare tutte le informazioni sulle parole chiave, mascherando il termine di ricerca in “not provided”. Ma nella Search Console di Google strumento SEO indispensabile, sempre se, il tuo sito è collegato, puoi risalire comunque ai termini di ricerca che gli utenti effettuano.
Se il tuo sito non è ancora collegato https://search.google.com/search-console?hl=it.
Ora bisogna focalizzarsi sulle query presenti in Search Console.
Questo perché puoi venire a conoscenza di altri termini e creare un contenuto nuovo per quella determinata parola chiave. Questo lavoro va effettuato una volta ogni due/tre mesi.
Determinare la concorrenza relativa a una parola chiave è sicuramente un’attività complessa e articolata, e richiede comunque un livello molto alto di conoscenza SEO, in generale è necessario comprendere:

  • Se sono ben allineati con la parola chiave stessa (offrono un’ottima risposta alla ricerca che l’utente effettua? Risponde bene alla domanda di quella ricerca).
  • Quanto è popolare e autorevole ogni singola pagina in quel risultato di ricerca (in altre parole: quanti link ha la pagina e pertinenza sono quei siti che rimandano a quella risorsa?)
    Esistono diversi strumenti (molti dei quali a pagamento) che offrono punteggi di difficoltà delle parole chiave:
  • Moz Keyword Difficulty e SERP Analysis Tool (https://moz.com/explorer);
  • Strumento di difficoltà delle parole chiave SEMRush (a pagamento https://it.semrush.com/);
  • SeoZoom (https://www.seozoom.it/);
  • Ahref (https://ahrefs.com/it/);
  • Canirank (anche gratuito – offre molti spunti su come migliorare il posizionamento di una parola chiave); https://www.canirank.com/
  • Seoprofiler (anche gratuito https://www.seoprofiler.com/).

Come ottimizzare una pagina web

Una volta terminata la ricerca delle parole chiave, lo step successivo è cercare di creare un contenuto mirato per una determinata parola chiave all’interno del tuo sito o della tua pagina web.
Ricorda però, che ogni singola pagina web va ottimizzata per uno o massimo tre parole chiave correlate a basso volume di ricerca.
Esempio pratico sul mio sito è l’articolo sui permalink seo per chi ha un sito web sviluppato in wordpress, e le parole chiave correlate sono:
permalink seo friendly
permalink seo frienly wordpress
permalink wordpress seo
ecc..

Ma ora diamo un’occhiata ad alcuni elementi base e fondamentali sulla pagina, per capire come ottimizzare un sito web e iniziare a ottenere traffico dai motori di ricerca.

Meta Tag Title

Google, nel corso degli anni ha migliorato tanto il suo algoritmo, infatti molti anni fa, i SEO ne hanno fatto un abuso di questo meta TAG, manipolando e forzando in modo ripetitivo la parola chiave principale per migliorare il loro posizionamento sui motori di ricerca.
Anche se nel corso degli anni, Google, ha migliorato il suo algoritmo nella comprensione del testo all’interno del meta tag Title, questo meta, ha una rilevanza pari al 50% per posizionare una pagina web nei risultati organici.
Ma, Attenzione! il tag title, non è il titolo del paragrafo che trovi all’interno della pagina web, che generalmente è un Tag HTML H1 o possibilmente H2. Il Tag Title, è ciò che visualizzi nella parte superiore del browser di navigazione e il suo codice HTML è all’interno della pagina prima della chiusura del tag< title >Example Books – high-quality used books for children</ title >.

Meta Tag Description

Altro elemento che è possibile modificare all’interno del codice html è il meta tag description. Questo è un’altro tag che l’utente visualizzerà nei risultati organici insieme al Tag Title dopo che ha effettuato una ricerca. La sua lunghezza è di massimo 155 caratteri spazi inclusi e deve finire sempre con un punto finale. Ma, potrebbe succedere che Google, in base alla ricerca che l’utente effettua di cambiare la description se non è performante in base alla parola chiave, estrapolando una porzione di testo all’interno della tua pagina. Ai fini del posizionamento ilTag Description, non incide più di tanto, ma, da supporto alla parola chiave principale che si vuole posizionare.

snipet ottimizzato seo

Struttura dell’URL

In ottica di ottimizzazione SEO, la struttura della tua URL non incide più di tanto in termini di posizionamento, ma è comunque buona norma creare URL che sintetizzano l’argomento della pagina e che sia facile da ricordare. Se hai un sito web già avviato e pensi che le tue URL siano poco comprensibili e le vuoi modificare per migliorare l’ottimizzazione SEO su quella determinata pagina, ricorda di fare un redirect 301 dalla pagina vecchia alla pagina nuova. Questa tipologia di errore accade soprattutto quando, sei intento ad effettuare un restyling del sito cambiando le URL delle pagine e non viene effettuato nessun tipo di reindirizzamento.

Contenuto della pagina

Quando si parla di contenuto, si fa riferimento a tutta la pagina web.
Il contenuto non è solo testo, ma è anche contenuto video, audio e immagini, menù ecc..
Detto questo, Google favorisce tutti quei contenuti che rispecchiano e rispondono in modo esaustivo alla ricerca dell’utente. Nel momento in cui sta pensando di costruire la tua pagina web, esamina bene i tuoi concorrenti per la parola chiave che vuoi competere
Se noti che hanno carenze in determinati punti del loro contenuto, approfondisci e tieni a mente:

  • Contenuti esaustivi e unici: Non esiste una formula magica in termine di lunghezza del contenuto testuale. Puoi anche avere un contenuto di 200 parole, ma che sintetizza e rispecchia l’intento di ricerca dell’utente. Mentre, al contrario se hai diversi contenuti che in qualche modo sono presenti nell’indice del motore di ricerca, ma hanno posizione arretrata, cioè in seconda/terza pagina Google, prendili in esame e migliorare il main content. In questa fase, se hai un sito ecommerce o un blog, evita di creare contenuti duplicati. Se usi WordPress, sappi che puoi usare le categorie, quindi evita di creare tag per ogni articolo perché non fai altro che duplicare quel contenuto per ogni tag che crei per quel singolo prodotto o articolo del tuo blog.
    Un buon plugin tipo Rank Math, SEOpress o Yoast SEO ti permette di non indicizzare i Tag e gli archivi.
  • Coinvolgimento e relink interno: Google valuta tutti i siti in base alle metriche di coinvolgimento all’interno del sito e dell’esperienza utente.
    Crea contenuti che rispecchiano e rispondono alle domande che gli utenti effettuano in fase di ricerca, e assicurati che il loro tempo di permanenza sul sito sia lungo e che interagiscono con i collegamenti interni tra una pagina e l’altra (link interni o relink interno).
    Non tutti i tuoi contenuti avranno sempre un collegamento all’interno tra loro (ne parlerò più avanti man mano che prosegui la lettura), e allo stesso tempo assicurati che il tempo di caricamento di una pagina sia abbastanza veloce, non eccedere con elementi di design e pubblicità eccessive.
  • Heading Tag: gli heading tag sono tag di intestazione che vengono utilizzati per i testi della pagina, e servono a fornire rilevanza a parole o frasi e sono classificati in sei tipologie di tag e vanno dal tag h1 il più importante al tag h6 meno importante.
    Il Tag h1 va usato per indicare l’argomento principale del testo, e sarebbe consigliato usare la parola chiave principale con un sinonimo per non incombere in sovraottimizzazione nel scrivere H1, tag Title tag Description e URL con la stessa parola chiave. E, per mia esperienza consiglio un h1 per pagina. Immagina di dover leggere un libro o una gazzetta dello sport con tutti i titoloni, non è proprio il massimo.
    Il tag H2, viene utilizzato per descrivere un sotto paragrafo del contenuto principale, mentre h3 per enfatizzare se così si può dire, il titolo del paragrafo h1 principale o il titolo del paragrafo secondario del contenuto principale. Spesso nei blog di wordpress viene utilizzato come titolo della sidebar. La grandezza dei titoli deve essere ben visibile non deve avere la stessa grandezza del contenuto, consiglio per l’H1 una grandezza pari a 30px, H2 24px e H3 18/16px. Ma dipende tutto da com’è il design del sito.
    Per gli altri heading tag H4, H5 e H6 non mi soffermo perché non hanno una grande rilevanza, ma non escludo che possiate usarli per citare delle fonti.Non confondere i Tag Head con i meta tag Title.

Ottimizzazione SEO delle immagini

Spesso ci si dimentica che anche le immagini sono contenuti. Le immagini costituiscono una parte fondamentale nell’estetica di un sito, e portano più benefici ai lettori di quanto farebbe un testo.
Perciò è importante scegliere l’immagine giusta che rispecchi la pagina che si sta creando.
Da qualche tempo ormai Google è in grado di riconoscere i contenuti testuali all’interno dell’immagine e tramite l’attributo ALT un elemento interno del tag che fornisce un testo alternativo nel caso in cui un utente stia navigando sul nostro sito con un broswer che non supporta le immagini, possiamo descrivere la percezione/interpretazione che abbiamo noi dell’immagine che andremo a inserire all’interno del nostro sito/blog.
In ottica di ottimizzazione SEO anche le immagini hanno un loro peso in tutti i sensi.
Proprio il peso delle immagini è un fattore importante che va ad impattare sui tempi di caricamento complessivi di una pagina, utilizza Gimp https://www.gimp.org/ software di grafica Open Source che ti aiuta a rielaborare le immagini con le giuste dimensioni e il giusto peso senza far perdere la qualità dell’immagine, in fase di salvataggio dell’immagine, nomina l’immagine con la parola chiave principale usando i trattini (-). Oltre a descrivere l’immagine attraverso l’attributo del tag ALT, specifica l’immagine con larghezza e altezza in questo modo permetterai al broswer di iniziare a mostrare una pagina prima ancora del download delle immagini, aumentando ancora di più la velocità di caricamento della pagina e migliorando l’esperienza utente.
Utilizza all’interno dell’attributo ALT dell’immagine, una frase che si sposa con la parola chiave principale della pagina che stai per ottimizzare. Non eccedere con le parole chiave, altrimenti il motore di ricerca ti rileva l’immagine e il contenuto di quella pagina come keyword staffing o SPAM.
Esempio:
< img src=”https://www.ciroscopece.it/ottimizzazione-seo-immagini.jpg” width “600” height “400” alt “ottimizzare le immagini in ottica seo ” />

Schema e markup

Dopo aver appreso come ottimizzare una pagina o sito web con i vari tag, e creato un contenuto che rispecchia l’intento di ricerca dell’utente, prendi in considerazione di aiutare Google a comprendere meglio il tuo sito o pagina web attraverso dei markup.
Sappi però, che ai fini del posizionamento questa struttura lato codice HTML non da nessun vantaggio, ma migliora il CTR nelle ricerche se hai recensioni sui tuoi prodotti/servizi che stai mostrando. E uno snipet aggiuntivo verrà visualizzato nell’indicice di ricerca.
Se vendi prodotti, noterai uno snipet sotto il Tag Title con il coso del tuo prodotto.
a questo link https://schema.org/ trovi tutta la documentazione e la tipologia di markup che puoi usare in base al tuo sito. Potrebbe succedere anche che non trovi il markup in base al tuo sito, ma puoi comunque sfruttare una forma in base alle tue esigenze.
Una volta inserito il tuo markup, puoi usare lo strumento di verifica che Google mette a disposizione a questo link https://search.google.com/structured-data/testing-tool.
Su questo sito https://webcode.tools/microdata-generator puoi usare il tipo di markup in base alle tue esigenze. Se usi WordPress come cms puoi usare questo plugin https://it.wordpress.org/plugins/schema/

collegamenti interni e Anchor Text

Chiamate anche Anchor Text, i collegamenti interni sono tutti quei link presenti sul sito che permettono all’utente o il visitatore di navigare il sito, oltre che al menù principale. I collegamenti interni presenti proprio all’interno di un testo, sono importanti perché specifica all’utente cosa troverà visitando tale collegamento.

Esempio:
< a hrer = “https://www.iltuosito.it/curriculum “> tuo nome curriculum < / a>

In questo caso, stai informando sia il motore di ricerca e sia l’utente, che la pagina interna al tuo sito /curriculum-tuo-nome/ avrà contenuti inerenti al curriculum. Tanto più sarà pertinente L’Anchor Text con il contenuto linkato, tanto più daremo informazioni corrette al visitatore, in questo modo aiutiamo il visitatore a comprendere ancora di più di cosa parlerà la risorsa interna che stiamo linkando ricevendo un piccolo premio anche da parte del motore di ricerca.
La ragione di ciò è che, i motori di ricerca percepiscono in gran parte i collegamenti come “voti di fiducia” e questo, è un mezzo per aiutare a capire sia di cosa tratta una pagina, sia di quanto sia importante (e quanto affidabile dovrebbe essere).
Linkare contenuti interni aiuta anche nel posizionamento sui motori di ricerca, ma, ovviamente bisogna creare un contenuto e un Anchor Text sensato usando logica e soprattutto buon senso, usando parola chiave pertinente per quelle determinata pagina con l’argomento che vorremo linkare.
Non usare più di due link interni che rimandano allo stesso contenuto con Anchor Text differenti, perché non ha senso e non porta benefici, e cerca sempre di variare le Anchor Text.
Se stai collegando in maniera aggressiva una specifica pagina da varie aree del tuo sito, stai indicando ai motori di ricerca che quella pagina specifica è molto importante per il tuo sito Inoltre: le pagine del tuo sito che hanno il maggior numero di link esterni (link da altri siti attendibili e con argomenti correlati) hanno il potere di aiutare le altre pagine del tuo sito a posizionarsi nei risultati di ricerca, e in questo scenario che entra in gioco un piccolo concetto chiamato “PageRank”, che sarebbe il voto che Google assegna ad ogni pagina web e che ormai da anni Google non lo mostra più.
Facciamo un breve esempio per aiutarti a comprendere il concetto dei link interni.
Poniamo il caso tu abbia un sito di vendita dell’olio, un frantoio. Associato al sito di vendita hai un blog, dove settimanalmente posti degli articoli inerenti alla tua attività di vendita e produzione.
Se in modo sensato e coerente crei argomenti esaustivi sulla tipologia di vendita dell’olio di produzione che hai (olio biologico), puoi creare dei collegamenti interni con varie Anchor Text che rimandano alla pagina del prodotto che hai in vendita. Per il motore di ricerca, quella risorsa che al momento stai continuando a linkare da varie pagine interne, è una pagina importante, di conseguenza ricevendo link da pagine interne con collegamenti ipertestuali varie e sensate, potresti ricevere una maggiore visibilità nei risultati organici del motore di ricerca.
Se hai un sito estremamente complesso e molto informativo, potresti avere problemi nel capire come le informazioni dei link interni sono distribuiti.
Strumenti come Ahref e Google Search Console, permettono di capire in modo molto rapido come le tue pagine sono collegate internamente.

Velocità della pagina

La velocità in termini di caricamento pagine web, è ormai diventato un fattore di posizionamento. Ma è determinante solo se, il sito web/blog si presenta agli occhi del motore di ricerca con un codice HTML performante. Inoltre: a parità di corsa per una determinata parola chiave, se il tuo sito rispecchia diverse ottimizzazione SEO rispetto al tuo competitor, che si presenta solo con un tempo di caricamento pagina più veloce al tuo sito, potresti godere di una posizione migliore rispetto al suo sito. Ricordo ancora, che i fattori che determinano il posizionamento sui motori di ricerca sono ben oltre 200.
La velocità del caricamento delle pagine in ottica SEO, va a costituire la User Experience dell’utente.
In sostanza, più lenta sarà la pagina web, più probabile è che l’utente abbandoni il sito.
Per tale motivo, bisogna prestare attenzione nel creare pagine web leggere ma allo stesso tempo rendere il layout del sito accattivante.
A oggi in rete sono presenti molti strumenti in grado di misurare la velocità di caricamento delle pagine web, come lo strumento https://developers.google.com/speed/pagespeed/insights/?hl=IT, oppure https://gtmetrix.com/ altro strumento è https://tool.pingdom.com/.
Se noti che hai file CSS non compressi, puoi sfruttare questo strumento per la compressione del file https://csscompressor.com/ mentre per i javascript https://jscompress.com/.
Se usi wordpress come CMS, puoi usare plugin come https://wordpress.org/plugins/woo-rocket/ a pagamento, oppure scaricare dal sito gratuitamente https://it.wordpress.org/plugins/speed-booster-pack/.
Restando in termini di velocità sulle pagine web, sarebbe opportuno affrontare il discorso anche sul piano hosting. Se sei all’inizio della messa online e hai poco budget per investire il tuo business online, un hosting condiviso è la scelta migliore.
Ma, se hai risorse economiche abbastanza importanti, potresti optare per un hosting gestito.

Per misurare la velocità del tuo piano hosting, puoi farlo attraverso questi strumenti:
https://www.host-tracker.com/it/ permette di monitorare un server web ma è a pagamento.
https://mon.itor.us/ permette di monitorare un server web in tempo reale gratuitamente.

Mobile SEO

Sappiamo perfettamente che oggi il mercato del mobile si è espanso in maniera aggressiva, infatti basta osservare come le nuove generazioni ne fanno uso in modo eccessivo durante l’arco della giornata, per cercare informazione scolastiche, ascoltare musica e scaricare file di tipo multimediale. In ottica SEO per i motori di ricerca, risulta indispensabile avere un sito che ben si adatti ai dispositivi mobile. Se sei in fase di realizzazione sito, sviluppa il tuo sito web pensando prima alla versione mobile.
In questo scenario devi tenere presente che lo spider del motore di ricerca e l’algoritmo del motore di ricerca cambia, ed è differente dalla versione desktop.
E il fattore velocità di caricamento entra ancora di più in gioco. Evita se possibile di creare la versione mobile su un dominio di terzo livello o in una sottocartella del dominio principale. Esistono framework come https://getbootstrap.com/ che danno la possibilità di realizzare codice di pagine HTML che ben si adattino a vari dispositivi e nonché anche alla versione desktop.
E Ancora una volta Google ci mette a disposizione uno strumento gratuito che permette di testare la compatibilità del sito su vari dispositivi mobile. https://search.google.com/test/mobile-friendly.

5. Consolidare i contenuti duplicati

Il contenuto duplicato è un problema che affligge tutti i possessori di siti web o blog. E viene definito contenuto duplicato quando all’interno di un contenuto vi è una porzione, se non tutto il contenuto presente sul dominio stesso è presente anche su altri siti web. Anche se il motore di ricerca utilizza dei filtri per individuare l’origine del testo, la sua età, e stabilire se si tratta di un contenuto duplicato oppure no, potrebbe “penalizzare” entrambi i siti per contenuti duplicati. Mentre, se molti contenuti simili se non uguali sono presenti all’interno del tuo sito la “penalizzazione” per contenuti interni è dietro l’angolo.
In questo scenario, il PageRank, la fiducia che, il motore di ricerca ha per il vostro sito perde in maniera drastica.
Ecco cosa dice Google in merito https://support.google.com/webmasters/answer/66359?hl=it.
Wordpress è molto comune per questa tipologia di problema inerente ai contenuti duplicati. Infatti spesso, mi capita di effettuare analisi SEO, di siti web sviluppati in wordpress con una sezione blog, dove molti articoli, vengono inseriti in più categorie, ma spesso capita di vedere lo stesso articolo con TAG differenti.
Sappi che se usi i TAG in wordpress, il cms non fa altro che ricreare lo stesso articolo con un TAG differente.
Uno strumento che puoi utilizzare per controllare che all’interno del tuo sito non vi sono contenuti duplicati è ScreamingFrog, gratuito per scansionare le prime 500 URL.
Come si usa quindi ScreamingFrog per verificare se vi sono contenuti interni duplicati?
Semplice, una volta inserito il nome dominio nella casella di scansione, avvia con il tasto start. Dopo che lo strumento avrà terminato di scansionare il sito, noterai delle TAB, clicca sulla tab internal e poi fai click su export. Ora, il csv che hai scaricato dallo strumento aprilo con un foglio di calcolo tipo excel e crea una formattazione condizionale per individuare le righe duplicate.
Una volta ottenuto il contenuto duplicato, verifica che il rel=”canonical” Tag HTML che consolida i contenuti duplicati sia assegnata alla pagina esatta.

Sitemap XML

La sitemap XML aiuta ai motori di ricerca a comprendere quali sono le pagine che devono essere indicizzate. Esistono strumenti come https://www.xml-sitemaps.com/ che permettono la creazione di sitemap formato XML proprio come piace a Google.
Una volta creata caricala via FTP nella root principale del sito.
Mentre, se usi wordpress grazie ai plugin SEO la sitemap viene generata in maniera automatica. Una volta generata la sitemap.xml, ricorda di aggiungerla in Google Search Console.
Per aggiungere la sitemap in Search Console basta digitare il tuo indirizzo ilmiosito.it/ e il nome della sitemap.xml.

Robots.txt, Meta Index e meta noindex

E’ possibile istruire i motori di ricerca attraverso delle direttive nel codice HTML delle pagine web oppure attraverso un file robots.txt che puoi creare semplicemente con un file di testo come blocco note.
Per escludere dall’indice una pagina specifica puoi inserire questo meta TAG prima della chiusura del tag con questo codice HTML.
In questo direttiva, stai indicando al motore di ricerca di non indicizzare la pagina, ma di seguire tutti i link che sono al suo interno per trasmettere comunque PageRank, anche se non si presenterà “mai” nell’indice il motore di ricerca, continuerà a scansionare quella risorsa.
In alternativa puoi usare il file robots.txt se non vuoi che il motore di ricerca scansioni una determinata pagina o cartella del tuo sito con le seguenti direttive:

User-agent: *
User-agent: *: Fa riferimento a tutti gli spider dei motori di ricerca

Allow: /
la direttiva Allow: /, indica di scansionare tutto il sito web, ma se hai un sito con un area amministrativa sarebbe opportuno inserire come direttiva Disallow: /nome-cartella/ e inserire il meta tag noindex, nofollow.
Il file robots.txt, viene utilizzato anche per risparmiare budget di scansione da parte dello spider del motore di ricerca per URL che contengono parametri, per evitare che il motore scansioni queste URL sarebbe opportuno usare la direttiva Disallow: /*?.
Per le URL parametrizzate accertati di aver inserito anche il rel=”canonical” alla pagina referenziata.
Se usi WordPress il file robots.txt viene generato automaticamente dai plugin SEO e lo trovi digitando nomesito.it/robots.txt, completo e impedendo la scansione di tutta l’area amministrativa e include anche la segnalazione della sitemap.xml.
Mentre se hai un CMS di tua proprietà il file robots.txt lo devi inserire manualmente all’interno della root principale del sito.

Risposta dell’intestazione Status Code

Un sito web di grosse dimensioni come ad esempio un e-commerce o un blog, è costituito da migliaia di pagine, e potrebbe essere sottoposto ad errori ti natura tecnica in fase di digitazione di una determinata URL quando sei alla ricerca di una pagina o quando un navigatore è alla ricerca di una pagina che ha già visitato, ma erroneamente sbaglia a digitare l’indirizzo sul broswer di navigazione della pagina/URL. Questo errore invia una richiesta al server di una pagina che non esiste. Per evitare che ciò avvenga, bisogna creare una pagina 404, che indica che la pagina che si stava tentando di accedere non esiste o ha cambiato indirizzo e lo si consiglia di accedere a una risorsa del sito interno tramite un link. La pagina 404 deve avere lo stesso design del sito, e deve contenere tutte le informazioni utili per poter navigare all’interno del tuo sito. Come ad esempio il menù principale, FAQ e tante altre informazioni che possono permettere all’utente o visitatore di poter continuare la navigazione all’interno del sito.
Lo status Code delle pagine/URL che funzionano è 200. Per poter analizzare gli status code del nostro sito strumenti come ScreamingFrog che ricordo è gratuito fino a 500 URL e Xenu totalmente gratuito reperibile a questo indirizzo http://home.snafu.de/tilman/xenulink.html, permettono di verificare tutti gli status code del sito.

Redirect e tipi di reindirizzamenti

Mettiamo il caso che ora una pagina del tuo sito è stato indicizzata, ma sei in fase di restylind del sito e vuoi eliminare quella pagina, perché obsoleta e/o perché non la ritieni più importante perché priva d’informazioni o addirittura informazioni errate.
Eliminando la pagina, generi un errore 404, e questo abbiamo già detto che non è bello da mostrare sia all’utente che ai motori di ricerca. Usando la “formula” del redirect 301, indichiamo agli spider dei motori di ricerca, che la pagina in questione cancellata, ha cambiato indirizzo in modo permanente verso un’altra pagina.
Esistono diversi tipi di redirect, e senza entrare nello specifico di ognuno li elenco per conoscenza e sono
301 (permanete CONSIGLIATO),
302 (momentaneo)
307 (meno usato, il sostituto del 302)
410 (cancella definitivamente la pagina dall’indice del motore di ricerca)
Meta refresh (all’interno del codice HTML con tempo di redirect superiore ai 5 secondi. SCONSIGLIATO)
Javascritp Redirect (SCONSIGLIATO, rientra nella categoria cloaking)

Come si applica il redirect?

In caso di un cambio da HTTP a HTTPS, o magari un cambio di CMS o nella peggiore ipotesi per evitare un dramma in termini di posizionamento di restyling del sito che sarebbe il dramma più doloroso, nessuna URL deve essere presa con leggerezza. Anche il cambio da un dominio vecchio a un dominio nuovo deve essere fatto con scrupolo senza perdere posizioni e PageRank.

Normalmente il redirect va effettuato tramite file htaccess, un file che va incluso nella root principale del sito e che viene eseguito su server Apache. Il file Htaccess non solo permette di effettuare redirect, ma permette di svolgere svariate azioni di sicurezza sui siti.
Se hai un blog o un sito in wordpress, puoi leggere la guida su come mettere in sicurezza wordpress tramite htaccess.

ecco alcuni redirect che puoi usare:

per reindirizzare una pagina vecchia a una pagina nuova usa questa sintassi
Redirect 301 /paginavecchia.html https://www.dominio.com/paginanuova.html

Se invece vuoi reindirizzare un intero sito su un nuovo dominio a patto che quest’ultimo mantenga tutte le vecchie URL, la sintassi da usare è questa:

RewriteEngine on
RewriteRule (.*)$ https://www.nuovodominio.com/$1 [R=301,L]

Per reindirizzare un sito senza www a tutte le URL con www, questa è la sintassi:
RewriteEngine On
RewriteCond %{HTTP_HOST} !^www\.
RewriteRule ^(.*)$ http://www.%{HTTP_HOST}/$1 [R=301,L]

Inoltre ti consiglio tre tool gratuiti che potranno servirti uno per creare un file htaccess e gli altri due per testare il file htaccess se funziona oppure ha degli errori di battitura.

https://donatstudios.com/RewriteRule_Generator (per creare i redirect, spesso lo uso quando ho molte pagine da reindirizzare)
https://htaccess.madewithlove.be/ (per testare se il file htaccess ha errori)
http://www.htaccesscheck.com/ (per testare se il file htaccess ha errori)

Uno dei pilastri fondamentali della SEO per posizionare un sito sui motori di ricerca è la link building. L’algoritmo di Google infatti è in gran parte basato sui link, avere un certo numero di link in ingresso di qualità, coerenti con l’argomento che si sta trattando non solo da la possibilità di poter scalare le posizioni nelle ricerche organiche, ma da la possibilità di aumentare anche il PageRank della pagina che si sta linkando, distribuendo a sua volta forza alle pagine interne. Naturalmente questa tecnica deve essere usata sempre con il buon senso.
Il primo passo da fare per ottenere link spontanei è creare dei contenuti unici e originali che soddisfano la richiesta dell’utente dopo che ha effettuato una ricerca per una determinata parola chiave in base al contenuto per il quale ci si vuole posizionare. Facile a dirsi, ma molto meno a farsi. Crea contenuti che possono contenere qualsiasi informazione con file video, audio, PDF. Devi attirare l’attenzione dei proprietari di blog, siti web e social pertinenti al tuo settore o correlati al tuo settore, in modo tale da poter linkare il tuo sito/blog come risorsa che va a completare un determinato argomento.
Evita la pratica di scambio link. Cioè Sito A che linka Sito B e viceversa. Questa pratica non è consentita dal motore di ricerca è la penalizzazione per questa tipologia di link building è dietro l’angolo. Accertati che il sito che ti sta linkando lo effettua all’interno del suo contenuto testuale e non dal Footer del suo sito o dalla sidebar del suo blog. Ricordati che il link che arrivano da altri siti sono risorse, e che vanno a completare un determinato argomento che quel sito non ha.
Ci sono diversi strumenti che ti danno la possibilità di capire chi ha linkato il tuo sito. Tra questi i più noti nonché a pagamento sono Ahref e SemRush.
Inoltre, con questi due strumenti, puoi analizzare anche i tuoi competitor e verificare quali da quali siti ricevono link. Soprattutto tornano utili questi strumenti proprio quando sei in fase di analisi dei competitor per i link in entrata, perché potrebbe succedere che nel tempo molti link li abbiano persi e cogliere l’occasione di prendere quel link perso contattando il proprietario del sito facendogli presente che quel link non esiste e che può linkare il tuo sito.

5. Come monitorare e misurare i risultati SEO

Naturalmente la domanda nasce spontanea. Come posso misurare i risultati dell’ottimizzazione SEO che ho effettuato?
La risposta è abbastanza semplice, strumenti come SEOzoom, SemRush e Ahref, ti permettono di monitorare l’andamento delle posizioni delle parole chiave che tu hai scelto in fase di ottimizzazione SEO. Naturalmente non devi essere ossessionato da una sola parola chiave, crea un elenco di parole chiave specifiche per ogni pagina e monitora il loro andamento con gli strumenti sopra citati. Ricordati che il tuo obiettivo è ricevere traffico qualificato.
Se non hai budget sufficiente per sostenere i costi mensili degli strumenti sopra citati, ti suggerisco uno strumento gratuito che può essere d’aiuto in fase iniziale.
http://tools.seobook.com/firefox/rank-checker/
Questo strumento è un estensione di FireFox e puoi usarla solo con quel broswer di navigazione. Ti consente di effettuare il monitoraggio fino a 100 chiave e vedere come si posiziona il tuo sito su Yahoo, Bing e Google.
Puoi monitorare il traffico organico anche attraverso lo strumento Google Analytics messo a disposizione proprio da Google, naturalmente devi creare un account e inserire tutti i dati del tuo sito e incollare il codice Javascript sul tuo sito prima della chiusura del tag .
Senza entrare nello specifico, puoi dare uno sguardo rapido entrando nella sezione Comportamento–> Contenuti del sito –> Tutte le Pagine. In questa sezione puoi visionare tutte le pagine che ricevono traffico, e nel menù a tendina Dimensione Secondaria, scegli la voce Tipo di Traffico.
Sfortunatamente però, Google da qualche anno ha reso impossibile osservare con quale parola chiave viene visitato il sito. Ma con un po’ di furbizia, l’ostacolo si lo si può aggirare incrociando i dati in Google Search Console.

6. Ulteriori considerazioni SEO

Ultima considerazione sull’ottimizzazione SEO che vorrei fare è per le attività locali.
Ovviamente se sei un ristoratore, albergatore, idraulico o un centro benessere, il tuo sito dovrà essere ottimizzato e posizionato in base alla località che risiede. Ad esempio “centro benessere Ciccio Pesaro”, oppure “Pizzeria da Franco Roma” oppure “Pippo Idraulico Milano” ecc… Questo è il traffico reale che puoi ricevere per l’attività locale, ma ne parlerò in modo dettagliato e più approfondito su come fare Local SEO.

Tutto qui?
Se sei arrivato alla fine di questa mini guida SEO per principianti, avrai capito anche come funziona il motore di ricerca e come posiziona i siti web nei risultati organici.
Se sei bravo a creare e promuovere contenuti, determina le parole chiave da seguire e concentra i tuoi sforzi lì.

Se hai un sito complesso, contatta un esperto SEO perché questa guida non ti sarà d’aiuto, ma qualcuno per te lo potrà essere.

Ricorda sempre che l’obiettivo finale di ogni sforzo di ottimizzazione SEO è ottenere più visibilità e traffico per la tua attività o i contenuti del tuo sito.

Detto questo sappi che, la SEO l’arte dell’ottimizzazione siti web per i motori di ricerca non è una scienza esatta!

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