Case study: Spotty WiFi
SpottyWiFi è una realtà specializzata in soluzioni di marketing automation per strutture ricettive. L’azienda offre un sistema hotspot Wi-Fi evoluto pensato per hotel, villaggi turistici e ristoranti, che consente di raccogliere dati profilati degli ospiti, attivare flussi automatizzati di customer satisfaction e incentivare recensioni online su portali strategici (es. Google e TripAdvisor). Il servizio è integrato con moduli di login personalizzato via email, WhatsApp o account social, e si configura come strumento di marketing digitale orientato alla reputazione e alla conversione.
Situazione al momento dell’acquisizione del progetto (sett. 2024)
L’azienda aveva già una base clienti consolidata e oltre 2.500 installazioni attive in Italia, ma il sito web presentava forti limitazioni tecniche e SEO, principalmente legate all’utilizzo del builder Nicepage, poco adatto a una strategia scalabile in ottica organica.
Problema Iniziale
Quando abbiamo avviato il progetto a settembre 2024, la prima fase ha previsto un audit tecnico approfondito, dal quale sono emerse una serie di criticità bloccanti che compromettevano in modo significativo le performance SEO del sito. Il problema principale riguardava la tecnologia utilizzata per lo sviluppo: l’intero sito era stato costruito con Nicepage, un builder visivo che, pur essendo comodo per lo sviluppo rapido, presenta pesanti limitazioni dal punto di vista dell’ottimizzazione per i motori di ricerca.
Il markup HTML generato da Nicepage risulta fortemente ridondante, privo di semantica e appesantito da oltre 2.000 righe di codice CSS inline per ogni singola pagina. Questo approccio, oltre a rallentare notevolmente il caricamento, rende estremamente difficile l’ottimizzazione del DOM e ostacola la corretta interpretazione dei contenuti da parte di Googlebot. In pratica, il sito non solo non era scalabile, ma risultava già obsoleto in termini di struttura e accessibilità tecnica.
L’analisi delle Core Web Vitals, effettuata tramite Google PageSpeed Insights e Lighthouse, ha confermato una situazione critica soprattutto in ambito mobile. Il Largest Contentful Paint (LCP) superava i 4,5 secondi, a causa del carico eccessivo di CSS non ottimizzati. Il Cumulative Layout Shift (CLS) era instabile a causa di una costruzione visiva a blocchi (div nesting) non governata da regole di rendering. Infine, l’Interaction to Next Paint (INP) risultava elevato per l’assenza di tecniche di ottimizzazione moderne come il lazy loading, il preload delle risorse critiche e la minimizzazione del JavaScript.
Un altro problema strutturale riguardava l’assenza totale di una strategia semantica. Non era presente alcuna architettura logica basata su silos o cluster tematici, e tutti i contenuti venivano raggiunti esclusivamente dal menu principale, senza alcun collegamento interno ragionato. Mancava quindi una mappatura per intento di ricerca, compromettendo la rilevanza dei contenuti nei confronti delle query informative, navigazionali o transazionali.
A questo si aggiungeva una totale mancanza di dati strutturati: non venivano utilizzati markup Schema.org come Product, FAQ, Organization, né elementi come BreadcrumbList, che avrebbero potuto migliorare la comprensione della gerarchia dei contenuti da parte di Google e abilitare funzionalità avanzate nei risultati di ricerca (rich snippet). La visibilità organica del sito ne risultava gravemente penalizzata, con un CTR inferiore rispetto al potenziale.
Infine, anche dal punto di vista della scansione e indicizzazione, il sito mostrava gravi lacune. La sitemap XML era mal formata, conteneva URL duplicate e mancava di coerenza con le versioni canoniche delle pagine. Non era presente un file robots.txt strutturato, e numerose pagine erano indicizzate pur contenendo contenuti duplicati o troppo brevi per essere rilevanti (thin content sotto le 150 parole).
Strategia
La strategia implementata ha avuto come obiettivo prioritario la razionalizzazione del crawl budget e il recupero di valore SEO disperso in contenuti obsoleti o non performanti. In particolare, si è deciso di intervenire in modo selettivo sul blog, eliminando tutti quegli articoli che non generavano traffico organico e che, al contrario, consumavano risorse preziose in fase di scansione da parte dei crawler. Questa azione ha permesso di migliorare l’efficienza di indicizzazione, concentrando l’attenzione di Google sulle pagine più rilevanti.
Parallelamente, sono state identificate — tramite Google Search Console — una serie di URL legacy ancora indicizzate ma non più utili o aggiornate. Tali pagine sono state reindirizzate con redirect 301 verso contenuti tematicamente affini, in modo da preservare l’equità dei link interni ed esterni e non disperdere il traffico residuo generato da queste URL.
Un altro asse fondamentale della strategia è stato il recupero e l’ottimizzazione dei contenuti esistenti, in particolare quelli presenti nel blog. Ogni articolo utile è stato rivisto in ottica semantica e potenziato con una struttura più coerente rispetto all’intento di ricerca. Sono stati inseriti collegamenti interni strategici verso altri articoli e sezioni del sito, con l’obiettivo di migliorare la navigazione tematica, la distribuzione del PageRank interno e il tempo di permanenza dell’utente.
In parallelo, si è proceduto con l’ottimizzazione dei tag meta (title, description e tag og), adattandoli al contesto specifico di ciascuna pagina per migliorarne la rilevanza percepita in SERP. Infine, è stata avviata un’attività selettiva di link building mirata alle categorie del blog, per aumentarne l’autorevolezza e facilitare il posizionamento dei contenuti correlati.
Al momento, la fase operativa è in parte in stand-by in attesa del nuovo restyling del sito, intervento necessario per poter attuare una ristrutturazione semantica del codice. Solo a seguito di questo aggiornamento sarà possibile implementare marcatori strutturati, microdati e ottimizzazioni più profonde a livello HTML.
Strumenti Utilizzati
Per condurre l’analisi tecnica e supportare le decisioni strategiche, sono stati impiegati alcuni strumenti SEO avanzati, fondamentali per ottenere una visione completa dello stato di salute del sito. L’audit iniziale è stato realizzato con Screaming Frog SEO Spider, utilizzato per mappare l’intera struttura delle URL, individuare problemi di crawlabilità, contenuti duplicati e metadati assenti o errati. Parallelamente, Google Search Console ha fornito dati preziosi sul rendimento organico, consentendo di identificare URL ancora indicizzate nonostante fossero obsolete, oltre a monitorare copertura, errori di scansione e query che generavano impression.
Per la parte relativa all’analisi dei contenuti e delle performance in SERP, è stato utilizzato SEOZoom, che ha permesso di valutare la visibilità storica del dominio, l’andamento delle keyword nel tempo e il potenziale di posizionamento di ogni singola pagina. L’integrazione tra questi strumenti ha reso possibile una diagnosi approfondita e ha guidato le successive azioni di ottimizzazione, rendendo ogni intervento mirato, misurabile e coerente con gli obiettivi di posizionamento e conversione.
- Screaming Frog SEO Spider
- SEOZoom
- Google Search Console
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